La dieta flexitariana è una opzione molto interessante per tantissimi potenziali individui che necessitano di un regime alimentare particolarmente vario ma anche mediamente più sano rispetto ad una dieta meno specifica, che può servire come forma “interlocutoria” tra varie fasi di periodi specifici ma anche apportata in maniera continuativa, quindi nel corso del tempo.
Viene identificata una forma di dieta ibrido in quanto comprende delle abitudini alimentari sia dalla dieta vegetariana sia da una onnivora. Naturalmente non è adatta a tutti, e come ogni forma di regime alimentare non va assolutamente considerata come una sorta di “formula magica” per perdere peso oppure per ovviare ad ogni problematica legata al cibo. Cosa c’è da sapere?
Cosa significa flexitariana?
La parola che da il nome a questa dieta, oramai decisamente comune è una forma di macedonia tra la parola flexible (flessibile) e vegetarian, naturalmente vegetariana. Comprensibilmente è una forma di dieta a base di alimenti vegetali con l’introduzione di limitate oppure modeste, saltuarie quantità di elementi di provenienza animale.
Di fatto esistono regimi alimentari simili ma la parola è relativamente recente, si basa fortemente su alimenti vegetali, però può considerarsi assolutamente variegata rispetto a diete più rigide perchè introduce anche le proteine animali. Permette una buona diversificazione e viene spesso impiegata per perdere peso ma è comunque basata sulla moderazione e regolamentazione.
Come funziona (e cosa sapere)
Generalmente chi sceglie di farne uso deve introdurre ogni giorno una quantità costante, giornaliera, di prodotti come insalata, legumi e cereali di varia natura con un apporto di carne che non deve superare i 700 – 750 grammi a settimana, quota generalmente divisa in 2 volte a settimana. La proporzione tra alimenti vegetali e carne è mediamente 80 / 20.
- Può essere la soluzione giusta se abbiamo difficoltà ad assimilare vegetali ma non siamo ancora pronti a regimi alimentari totalmente vegetariani o vegani
- Consigliabile in molti casi anche in caso di diabete mellito di tipo 2 data la presenza di legumi e cereali
E’ relativamente personalizzabile, generalmente però si tende a suddividere in parti simili un quantitativo tra i pasti tra cereali, legumi e vegetali, naturalmente considerando solo parzialmente l’uso della carne, possibilmente bianca ma è anche una buona idea, salvo problematiche legate, anche alla carne rossa, di tanto in tanto, mediamente 1 volta a settimana.
Viene anche impiegata come forma alternativa per diete sostenibili e può essere una ottima base per passare a regimi alimentari vegani o vegetariani, ma anche per perdere peso. Non è una buona idea iniziare immediatamente con la dieta flexitariana, ma come spesso risulta consigliabile dietro consiglio di un medico o nutrizionista iniziare in modo progressivo.